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L’obiettivo di questo articolo è aiutarti a trasformare la pausa in un punto di forza. Vedremo come scrivere un CV che non solo spieghi in modo chiaro quel periodo, ma che lo integri con coerenza nel tuo profilo professionale.
Punti chiave:
- Non nascondere la pausa, raccontala con trasparenza e professionalità → Imparerai come descrivere brevemente e in modo positivo il periodo di assenza lavorativa.
- Scegli il giusto formato di CV → Vedremo perché un curriculum funzionale o ibrido può valorizzare meglio le tue competenze.
- Metti in luce cosa hai fatto durante la pausa → Scoprirai come includere corsi, volontariato o attività extra-lavorative come esperienze rilevanti.
Che Tipo di Curriculum Vitae Usare Dopo una Pausa
Dopo uno stop nella carriera professionale, molti lavoratori si trovano di fronte a una sfida comune: quale formato di CV scegliere per valorizzare il proprio percorso.
Se hai avuto una pausa, scegliere il giusto tipo di CV può fare la differenza tra essere ignorati e ottenere un colloquio.

CV Cronologico, Funzionale o Ibrido
Il CV cronologico è il formato più diffuso nel mondo del lavoro: elenca le esperienze in ordine dal passato al presente. Tuttavia, questo approccio rischia di mettere in evidenza i buchi temporali, specialmente se la tua pausa è stata significativa o recente.
In questi casi, può essere utile cambiare prospettiva, più che i contenuti
Il CV funzionale si concentra sulle competenze professionali e sulle attività svolte, piuttosto che sulle date. È particolarmente indicato quando vuoi spostare l’attenzione dalle pause alla continuità delle competenze acquisite, anche in contesti non tradizionali, come progetti personali o volontariato.
Questo approccio è consigliato in molti casi di rientro dopo una lunga pausa familiare, di salute o legata alla pandemia.
Poi c’è il CV ibrido, che rappresenta una strategia intelligente per chi ha avuto stop nella propria carriera.
Unisce la chiarezza del formato cronologico con l’efficacia del funzionale: prima presenta un profilo sintetico con le competenze principali, poi una sezione dedicata ai risultati e infine la cronologia lavorativa. È un modo efficace per far risaltare ciò che sai fare oggi, senza farti penalizzare dal passato.
Per saperne di più, consulta alcuni dei nostri migliori articoli scritti da esperti:
- Come Le Assunzioni Silenziose Potrebbero Influenzare la tua Carriera
- Come Scrivere un Testo Mail per Invio CV: Esempio
- Chiarezza sulle Norme di Comportamento sul Posto di Lavoro
Quando Scegliere un Formato non Tradizionale
Non sempre il CV cronologico è la scelta migliore. Se la tua pausa ha generato un gap difficile da giustificare cronologicamente, il formato funzionale o ibrido può aiutarti a raccontare meglio la tua esperienza.
Questo vale soprattutto se durante la pausa hai continuato ad aggiornarti, magari con corsi di programmazione, certificazioni o progetti personali.
Il segreto è presentare le informazioni nel modo più chiaro e autentico possibile, senza forzature. Includere lettura, formazione, volontariato o attività freelance è utile per dimostrare che sei rimasto/a attivo/a anche durante il periodo di stop.
Un Esempio Visivo di Curriculum Ibrido
Ecco un esempio pratico di come può essere organizzato un CV ibrido:
Come Descrivere la Pausa dal Mondo del Lavoro

Nel compilare il tuo curriculum vitae, è fondamentale affrontare la pausa lavorativa in modo chiaro e professionale.
Molti lavoratori si chiedono se menzionare o meno un periodo di stop nella carriera, ma oggi i recruiter sono più preparati a valutare buchi nel CV legati a vari motivi: pandemia, esigenze familiari, formazione o cambi di settore. Nascondere il gap è controproducente, perché i selezionatori notano facilmente le incongruenze temporali.
Una buona strategia è quella di usare terminologie neutrali e professionali come “pausa di carriera”, “anno sabbatico”, “interruzione temporanea per motivi familiari” o “periodo di aggiornamento professionale”.
Queste espressioni aiutano a mantenere il tono del tuo CV sobrio, evitando giustificazioni troppo personali o dettagli fuori contesto. In ogni caso, descrivere con chiarezza le ragioni della pausa consente di controllare la narrativa.
Puoi collocare la pausa in una sezione separata del tuo CV, ad esempio dopo le esperienze lavorative, o integrarla cronologicamente, indicando chiaramente le date. In alternativa, nel caso di un formato funzionale o ibrido, puoi focalizzarti sulle competenze, spostando l’attenzione dal tempo alla sostanza.
Questo è un modo efficace per gestire il buco e mostrare continuità nella crescita, anche se il lavoro retribuito è stato sospeso.
Ecco alcune frasi esempio che puoi adattare al tuo caso:
L’importante è non lasciare vuoti inspiegabili nel curriculum. Anche un breve accenno alla tua esperienza durante la pausa, se ben formulato, aiuta il datore di lavoro a comprendere il tuo percorso e aprire gli occhi sul valore aggiunto di quella fase della tua vita.
Valorizzare le Competenze Acquisite Durante la Pausa
Anche durante una pausa, si può crescere. Infatti, molti candidati acquisiscono nuove competenze che diventano risorse preziose nel proprio CV.
Se hai sfruttato questo tempo per formarti, fare volontariato, o semplicemente prenderti cura della tua vita familiare, hai comunque sviluppato abilità utili nel mondo del lavoro. Saperle raccontare è una strategia vincente per distinguerti nel mercato odierno.
Molti lavoratori si dedicano alla formazione online, come corsi su Coursera, Udemy o piattaforme universitarie. Altri si sono specializzati in soft skills come la gestione del tempo, la leadership o la comunicazione, magari durante esperienze di volontariato o viaggi formativi.
Anche gestire la vita familiare può essere una scuola straordinaria per migliorare organizzazione, empatia e multitasking. Non è il titolo formale che conta, ma il modo in cui colleghi queste competenze al tuo prossimo ruolo.
Per esempio, se hai seguito corsi di programmazione o digital marketing, puoi inserirli nella sezione “Formazione” del CV, specificando le competenze tecniche acquisite.
Se hai fatto volontariato in un’associazione, descrivi il tuo contributo in termini pratici: gestione eventi, supporto amministrativo, raccolta fondi.
Dimostrare che sei rimasto attivo/a è un segnale positivo per ogni datore di lavoro. Usa anche il tuo account LinkedIn per rafforzare questo racconto, aggiornando la sezione “attività” con articoli, lettura, o progetti personali.

Esempi Pratici da Tenere a Mente
Dopo una lunga pausa familiare, Lucia ha deciso di rientrare nel mondo del lavoro. Durante la pausa, ha gestito la logistica familiare e ha seguito corsi di project management.
Ha trasformato queste attività in una sezione del CV chiamata “competenze organizzative e gestionali”, sottolineando la sua capacità di pianificare, negoziare e risolvere problemi da mamma. Questo le ha permesso di ottenere un ruolo da junior project manager in una PMI del suo territorio.Marco ha lasciato il suo posto in azienda per un anno sabbatico. Ha viaggiato in Sud America, partecipando a progetti culturali e ambientali. Nel CV ha inserito la pausa come esperienza formativa, mettendo in luce adattabilità, leadership interculturale e gestione delle risorse in contesti non strutturati.
Durante il colloquio, ha raccontato i suoi progetti e motivazioni, mostrando un forte spirito d’iniziativa. Ora, dopo questo cambio, lavora nel settore della cooperazione internazionale.
In tutti questi casi, il segreto è raccontare la pausa come parte della crescita, non come una sospensione della realtà. Ogni esperienza può diventare valore, se la guardi con il giusto punto di vista e la traduci in competenze pratiche.
Non avere paura di parlare del tuo passato: i recruiter apprezzano l’autenticità, la consapevolezza e le persone che sanno usare ogni fase della propria vita per migliorarsi.